11 Apr

La reazione di chi non trema più

Tre ordinanze di chiusura in due anni, due cambi di sede fanno di un impegno sociale una storia di rinunce, ricorsi, sfide e di rivendicazioni collettive.

Sotto processo per disturbo della quiete pubblica e decoro urbano quest’ultima ordinanza di sgombero è parsa l’irripetibile opportunità per soddisfare interessi personali e chiudere un spazio sociale che non ha mai rinunciato alla sua indipendenza economica quindi politica.

Il 17 marzo viene recapitata un’ordinanza di sgombero immediato a causa dell’inutilizzo dell’intero palazzo dove è ubicato il circolo Arci Officine Indipendenti, sede del Comitato Provinciale Arci.

Ad un mese dalla chiusura non abbiamo ancora alcuna indicazione sulle prospettive future del destino della nostra sede autogestita senza alcun finanziamento pubblico.

Sette anni di autodeterminazione cancellati tramite un “Modello Fast” che indica un parere generico di non utilizzabilità del palazzo, senza alcuna spiegazione tecnica.

Il cerimoniale della burocrazia a domanda si giustifica dietro prassi, norme, procedure nazionali mentre la città muore.

Un anno disastroso per il nostro territorio dove abbiamo scelto di non enfatizzare le distorsioni visibili di una politica debole ed arrogante al governo della città, coadiuvata da una opposizione inesistente interessata esclusivamente dai riposizionamenti interni.

Un comportamento, il nostro, rispettoso nei confronti di tutti i soci e concittadini che da novembre non hanno più una casa o che hanno visto sfumare tutti i sacrifici di una vita nei crolli delle proprie aziende.

La crisi è un’opportunità per ricostruire nuovi rapporti sociali e culturali per ridefinire un senso di comunità, evidenziando una scala di priorità sociali che devono essere obbligatoriamente condivise.

Nel capoluogo di provincia la ricostruzione invece è solo una questione edile atta a ridisegnare nuovamente un territorio a immagine e somiglianza dei costruttori che negli anni lo hanno impoverito con opere inutili.

Con più di 1200 iscritti il Circolo Officine Indipendenti ha risposto ad una esigenza della città chiedendo e sperando esclusivamente di non essere osteggiato.

Oggi dopo dieci anni dalla fondazione chiediamo diritto di cittadinanza in una città ogni giorno più irriconoscibile e irrilevante nel panorama regionale e provinciale.

Così diamo vita alla campagna di sensibilizzazione “Io non Tremo” per riaffermare l’importanza dei luoghi di socializzazione e di creatività chiamando a raccolta altri promotori sociali per costruire l’alternativa culturale, di cui nessuno parla e della quale ci sarebbe un estremo bisogno, per una rigenerazione urbana ma soprattutto sociale.

Lo facciamo nel modo migliore reagendo e non fermando le nostre attività: il primo appuntamento è programmato per il giorno Venerdì 14 Aprile presso l’Hotel Michelangelo (rifugio di tutte le serate di chiusura di questi anni) dove dalle ore 21,00 sarà ospitata la seconda data italiana delle 8 previste del gruppo“Sonic Jesus”.

Ringraziamo la sezione del Wwf di Teramo che ha messo a disposizione la propria sede per i nostri corsi di Educazione Popolare, il collettivo dei Mozzi di Bordo che ha dovuto sopportare l’annullamento dello “Slainte Irish Fest” di raccolta fondi per Emergency, cosi come i ragazzi dell’Indievisibile Festival di Ancarano, parte della Rete dei Festival Indipendenti Teramani dell’Arci Teramo.

Ci permettiamo di citare chi ha sperimentato condizioni ancora peggiori, il Collettivo 3 e 32 – Casematte de l’Aquila “dove c’è vita, vitalità e partecipazione c’è anche ricostruzione”

Presidente Provinciale

Giorgio Giannella

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